Perchè il blog?

Perchè abbiamo capito che solo puntando a una nuova dignità del lavoro possiamo investire in una nuova progettualità di vita. La dignità del lavoro si basa sul riconoscimento professionale e contrattuale del nostro rapporto con l'Agenzia.

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PABLO è perciò un luogo di riflessione e di scambio indipendente.

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Parliamo di:

10/11/08

Chi è senza peccato...

Si diceva che Giove avesse messo i pregi e i difetti degli uomini in due bisacce e, per mantenerli sulle spalle di ognuno, le avesse legate alle estremità di un'asta, cosicché gli uomini finivano sempre per poggiare l'asta su una sola spalla e portavano l'estremità coi pregi davanti e l'estremità coi difetti dietro.

Ecco che si spiega come mai il Ministro Brunetta, così attento a evidenziare (e - secondo lui - risolvere) tutti i difetti altrui (leggi: della Pubblica Amministrazione), non si è accorto dei propri.

L'articolo odierno di Repubblica ne evidenzia alcuni...

Tuttavia, riportiamo di seguito un passo dell'articolo che non riguarda direttamente il Ministro, ma che evidenzia ancora una volta le tremende conseguenze che i tagli voluti dal Governo avranno non solo sui lavoratori precari, ma anche sull'attività svolta dalla Pubblica Amministrazione.

"I precari della cultura e della ricerca però lamentano che la cura dimagrante, anche in ragione dei nuovi investimenti, alla fine li lasci stecchiti. E' abbastanza incredibile, ma non riescono proprio a tranquillizzarsi. Prendete per esempio quelli che temono di non veder rinnovato il contratto (nell'area vasta di quelli definiti atipici) all'Ispra, l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Lì ci sarebbe (secondo dati forniti dai lavoratori nda), una rilevante incidenza dell'utilizzo di contrattisti. Parte di essi, usiamo non a caso il condizionale, sarebbero attualmente impegnati nella stima e nella trasmissione alle autorità internazionali di controllo dei gas serra. Il gruppo di lavoro (secondo la fonte citata a prevalente composizione di precari) gestirebbero ruoli delicati e rilevantissimi.

Se i contratti non verranno rinnovati chi registrerà i gas? E chi li trasmetterà? Quale danno economico subirà l'Italia dalla eventuale inadempienza, per futura carenza di personale, di tali obblighi?
Si lamentano coloro che temono di perdere il lavoro. Ma si lamentano anche coloro che il lavoro lo conserveranno. Come gli ingegneri e i geologi del Registro italiano dighe. Erano bravi e capaci, soprattutto efficienti: in poco più di ottanta tenevano sott'occhio circa 540 dighe effettuando ogni anno circa 1300 sopralluoghi e ordinando azioni di manutenzione straordinaria su circa 300 dighe. Un piccolo ente autonomo senza grilli per la testa e, scorrendo le cifre, senza fannulloni in giro. Con in più un bel gruzzoletto di soldi che venivano dal ticket pagato dai gestori delle dighe stesse.

Però il governo, questa volta l'ex a guida Prodi, sempre nel nome della lotta agli sprechi, decise di sciogliere l'ente e immettere nel ruolo del ministero delle Infrastrutture i suoi tecnici.

Abracadabra. Come per magia i sopralluoghi si sono rallentati, tanto che nel 2008 non è garantita l'effettuazione del calendario completo delle visite, e di sodi in più nemmeno l'ombra. Lo Stato ha recuperato, vero, 200mila euro l'anno per l'eliminazione dei costi relativi al funzionamento del consiglio di amministrazione ma, ad oggi, ha perso nove milioni di euro l'anno legati al contributo che versavano i soggetti controllati all'ente controllore.
"

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