Perchè il blog?

Perchè abbiamo capito che solo puntando a una nuova dignità del lavoro possiamo investire in una nuova progettualità di vita. La dignità del lavoro si basa sul riconoscimento professionale e contrattuale del nostro rapporto con l'Agenzia.

Fare un blog insieme vuol dire scommettere sulla possibilità di un cambiamento a partire dal confronto propositivo di idee e informazioni.

PABLO è perciò un luogo di riflessione e di scambio indipendente.

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Parliamo di:

22/07/08

Visti dagli altri

Abbiamo ricevuto un contributo esterno, che pubblichiamo tal quale (auspicando che ce ne siano anche altri in futuro).

"Assistendo recentemente ad una presentazione piuttosto formale del Mondo Regione a nuovi dipendenti, mi imbattevo in un bel lucido azzurro, proposto con enfasi. Mostrava come si articola l’organizzazione del Sistema Regione e illustrava la costellazione di Enti che partecipano all’amministrazione Lombarda.
Se bizzarri erano i nomi degli enti (per esempio ARIFIL - è un farmaco?), più interessanti ancora erano le sintetiche descrizioni (che non so se definire epigrafi o epitaffi) del loro ruolo. Così in un lucido pensato per occasioni di alta comunicazione, prodotto, immagino, per mostrare i muscoli del sistema Lombardia, quello che spesso poteva sfuggire era il senso reale delle parole e, di conseguenza, le differenze fra un ente e l’altro, a tutto vantaggio della già consolidata immagine ridondante del sistema pubblico, ormai a molti tanto cara. Per esempio IRER veniva definito come ente "funzionale allo sviluppo del sistema formativo lombardo" e, appunto, ARIFIL (!?), ente "funzionale allo sviluppo delle competenze" (competenze di quelli di IREF?). Tant'è!
La cosa più curiosa e originale, forse perché mi sta a cuore l'ambiente e in fondo anche ARPA, era però scoprire che ARPA, per la super dirigenza della Regione, quindi per chi paga l’agenzia e ne decide vita, morte e - mancati - miracoli, è definita, quindi ritenuta e voluta, come ente "funzionale alla valorizzazione dell'ambiente". Confesso che leggendo cotale definizione mi si manifestava qualche movimento di visceri, un po' come se a un medico che crede in Ippocrate dessero dell'ipocrate. Una simile definizione poteva celare un approccio all’ambiente sul quale vale la pena produrre qualche considerazione.
Una tale sintesi del ruolo di ARPA è anzitutto per certo una cattiva sintesi di quanto si evince dalla sua legge istitutiva e dal suo statuto, o dalla vocazione delle agenzie ambientali come individuata dal sistema nazionale. Essa può in secondo luogo manifestare qualcosa di più sostanziale e profondo, che trova radici nelle pieghe più sottili dell’animo, rivelando sensibilità umane quasi antitetiche e traducendosi all'atto pratico in comportamenti e scelte sull'ambiente enormemente diverse.
Se ARPA è un ente "funzionale alla valorizzazione dell'ambiente”, allora le ASL sono Aziende per valorizzare la malattia e gli ospedali, prima o poi e per tutti, caselli a pedaggio di buona uscita dal servizio vita? Sono queste le accezioni che guidano le azioni lombarde?
Per certo pensare l'ambiente in questo modo vuol dire ricondurlo a risorsa nel senso più miope e commettere un errore di fondo nell'approccio all'ambiente che poi si paga nella scelte gestionali sbagliate che su di esso si fanno. Può essere una risorsa, l'ambiente, ma di altro tipo. E ARPA è e deve essere un organismo essenziale al controllo e allo studio dell'ambiente, se si vuole accettare realisticamente che nella società di oggi le pressioni sull'ambiente appunto necessitino di un ruolo deciso di gestione, supervisione e controllo, azzardo, anche indipendenti.
L'altro aspetto è più sottile e riguarda più da vicino il rapporto uomo-ambiente. Concepire ARPA in tal modo può significare considerare l'ambiente asservito all'interesse dell'uomo e non degno di un’autonomia, di un rispetto e di una dignità di tutela propri e dovuti ad un luogo, la Terra, nel quale si è arrivati per ultimi e senza averlo deciso. Non riconoscere l'esistenza, chiara anche dal punto di vista scientifico, di una dignità del mondo oltre l'uomo e di un necessario equilibrio che non deve rendere tutto all'uomo asservito, vuol dire a mio avviso allontanarsi da quell'umiltà, anche evangelica, che è il presupposto, quasi francescano, per rimettere l'uomo sì al centro del mondo, ma insieme al mondo, ed essenziale per consentire all'uomo di trovare davvero se stesso, nella sua individualità e socialità.
La domanda resta aperta: una simile definizione di ARPA che approccio all’ambiente cela?"

1 commento:

Anonimo ha detto...

Viviamo in un'epoca in cui le parole non hanno più il loro originale significato.
Come le pubblicità dei telefonini che sbandierano cellulari e tariffe gratis, ben sapendo di mentire, anche le parole ambiente, parchi naturali, aree protette, e quindi "protezione" sono state "snaturate", appunto.

Nessuno in Arpa si è mai accorto che il legislatore scelse con oculatezza tutti i termini che compongono il nome Arpa:
A come AGENZIA, ovvero ai sensi del diritto pubblico, ente pubblico INDIPENDENTE;
P come PROTEZIONE, e non controllo, o conservazione! In Emilia-Romagna addirittura hanno ribadito che P sta anche per PREVENZIONE...

Ma i tempi stanno cambiando, e viviamo sotto un governo che esprime questi cambiamenti: Apat, la "madre" della Arpa, è stata cancellata ed è diventata un ISTITUTO DI RICERCA (Ispra) e non più un'agenzia di protezione di ambientale.

Si badi, un istituto non è più un organo indipendente.

E quanto alla filosofia di fondo, si trova un filo conduttore tra i proclami di stampo formigoniano e le affermazioni di alcuni vertici del ministero.
Da tempo girano intorno al ministero dell'Ambiente personaggi che organizzando convegni con esperti di dubbia fama e moralità (vedi ad es. il convegno sotto il ministero Matteoli documentato dalle Iene:
www.iene.mediaset.it/video/video_1926.shtml

Oppure il premio che il ministero dell'Ambiente assegnò - con soldi pubblici ovviamente - a un libro
pieno di castronerie scritte da due giornalisti improvvisati scienziati che afferma: "l'interesse per la salvaguadia della farfalla monaca o delle foreste del Borneo, ha un senso solo se al centro c'è il bene dell'uomo."
www.premioambiente.it/index.htm

Questa è l'ideologia latente che pervade i nostri governatori in tema di ambiente.

Il tutto condito di dubbia religiosità - l'uomo è al centro del mondo e l'ambiente deve essere al suo servizio - che ha fatto nascere il Master in Scienze Ambientali del Pontificio Ateneo "Regina Apostolorum", basato sul principio "di una ecologia al servizio dell´uomo", in cui insegnano diversi consulenti e consiglieri ministeriali.
www.upra.org/categoria.phtml?se=5&ca=6&te=%

E pensiamo solo ai movimenti sul creazionismo che stanno dilagando negli Stati Uniti e che avevano fatto breccia anche nel ministro dell'Istruzione Moratti, quando tentò di togliere l'evoluzionismo dai programmi ministeriali.

Questo è il momento storico che stiamo vivendo. E Arpa non può che esserne lo specchio, visto che non ha mai domostrato indipendenza di gestione né tanto meno di pensiero da Regione o Ministero.